Articolo pubblicato da Artribune.
Solitamente riconosciamo l’atto performativo nella sua creazione, nel suo momento hic et nunc di uno stato di vita embrionale: sarebbe un errore pensare proprio ora di non riconoscere che l’atto performativo abbia facoltà di esistere anche e soprattutto attraverso la sua smaterializzazione proprio hic et nunc. A distanza ormai di due giorni, la performance di Blu è ancora nell’aria, e sicuramente la premessa è quella di rimanervi a lungo. La notizia della smaterializzazione dei graffiti di Blu dai muri della città di Bologna è rimbalzata ovunque, richiamando testate giornalistiche sia nostrane sia estere. Il fatto che lo street artista di fama internazionale abbia deciso di coprire le sue realizzazioni create in vent’anni di attività sta facendo discutere anche i “non addetti ai lavori”, anche coloro che non ne hanno mai approfondito il linguaggio della Street Art.
IL GATTO BLU NON C’È PIÙ
Nella notte tra sabato 11 e domenica 12 marzo i primi rulli hanno iniziato il lavoro di rimozione, per proseguire poi per tutta la giornata di domenica, richiamando sin dalla mattina una folla di sostenitori, vari attivisti, persino una banda musicale di fronte all’immenso graffito “La Battaglia” affrescato sul muro esterno di X24. Il perché di tale gesto da parte di Blu è gia stato spiegato dai più, anche lo stesso street artista ha scandito bene le proprie motivazioni sul suo sito: “A bologna non c’è più blu e non ci sarà più finchè i magnati magneranno per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi”. Sul muro ormai grigio, dove solo qualche giorno fa si poteva ammirare “La Battaglia”, adesso rumoreggia una scritta in basso a sinistra: “Il gatto Blu non c’è più”. Noi raccontiamo la giornata di smaterializzazione del graffito con una carrellata di foto live…
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Giovanni Barbera